Alessandro Caso

  ALESSANDRO CASO

"Non mi stanco mai di progetti belli, diciamo che sono una personalità che è dipendente dalla bellezza e che ha bisogno costantemente di "godere".

Non mi stanco mai di progetti belli, diciamo che sono una persore".


Stilista italiano scopre la sua passione per la moda grazie a suo nonno, un sarto.
Spinto dalla sua passione, nel 2007 si trasferisce a Londra per esplorare una città ricca di un variegato mix di culture. È qui che Alessandro inizia la sua carriera di modello ed entra in stretto contatto con il mondo della moda. A soli diciotto anni concepisce il marchio ILLURE.
Nel 2011 Alessandro torna a Milano, sua città natale. In questo nesso di élite della moda, lavora per uno dei sarti più longevi e venerati: Mario Pecora. Pecora introduce Alessandro alla scuola sartoriale siciliana e affina le sue capacità di designer.
Questa posizione dà ad Alessandro l'opportunità di viaggiare in Russia, Nord Africa e Arabia,permettendogli di scoprire le peculiarità uniche di ogni cultura.
Tempo dopo Pecora introduce Alessandro alla moda giapponese al ritorno da un viaggio a Tokyo.
È in questo momento che Alessandro decide di studiare cultura e tradizione giapponese. Più impara, più ama.
Per questo nel 2016 si trasferisce a Tokyo.
Nel marzo 2018 incontra Masanaka Sakao, direttore creativo di Tatras.
Sakao è così colpito dal progetto Illure che decide di farne parte, portando il sogno un passo più vicino alla realtà.







da cosa nasce illure?


Stavo bevendo una Pualuner, una birra Tedesca molto corposa che molto probabilmente mi aiutò nel concepimento. 

Ero sul balcone di uno dei miei migliore amici, uno scultore molto talentuso, il quale viveva nelle case popolari di Quartoggiaro, era una serata molto calda d’estate e stavamo discutendo appunto su questo progetto in quanto era mio desiderio coinvolgerlo.


Illure, parola che ho cognato dalla fusione della parole inglesi illumination e pure.

Illure, ambisce a essere esegeta dell’atto di luce che ogni uomo compie quando concepisce un’idea, la quale pura al momento della ricezione, ma nell’istante stesso che penetra nella nostra mente diventa un virus che ci porta a evolvere, a cambiare, a diventare delle persone nuove, diverse da quello che eravamo solo un momento fà.


Da quell’estate del 2009, Illure è rimasta parte vivente , attiva e  influenzante in me in tutte le esperienze che ho vissuto in questi anni riuscivo a vederla ma non ad afferrarla, fino alla fine de; marzo del 2018, quando incontrai il mio quarto investitore, ma primo a decidere di investire del proprio capitale nella traslazione di ILLURE dal mondo sottile delle Idee, al nostro mondo fisico e tangibile.

Capisco oggi che ogni esperienza è stata guidata da ILLURE per prepararmi alla creazione della prima collezione.


A questo punto, ricollegandomi alla tua domanda, che cos’è ILLURE, ILLURE è la parte di ognuno di noi che si esprime attraverso ogni nostro atto di creazione.


Il logo è un simbolo sviluppato da me, un professore di simbologia esoterica italiano e una interface designer giapponese, che come preti durante un matrimonio, archetipo che simboleggia l' unione tra due entità distinte e diverse tra loro che aspirano a condividere una vita insieme. Noi abbiamo validato l'unione di simboli esoterici cristiani con simboli imperiali giapponesi attraverso l'archetipo di ILLURE.


Ma per saperne di più a proposito, in quanto non voglio annoiare i lettori di CALAMISTRO, vi invito a contattarmi privatamente in quanto abbiamo intrapreso uno studio durato circa 6 mesi per partorire il Sigillo di ILLURE.







pensi che la costanza sia l'arma più potente per chi vuole sviluppare un progetto concreto?


Penso che per concretizzare, più che per sviluppare, un'idea e portarla a successo occorre la costanza, sorretta dalla perseveranza e dalla fede.
Penso che ILLURE, che ancora un'infante ai miei occhi, ne è la prova concreta. Vorrei farvi riflettere sul fatto che per trovare il primo investitore ho dovuto passare attraverso 9 anni di esperienze che apparentemente, apparentemente per chi no ha fede in quello che fà, non erano collegate tra di esse. 
Ma lo sforzo instintivo nel credere nella mia visione e la fiamma sempre accesa del mio desiderio di farlo diventare realtà, mi ha portato a non abbandonarla e a concretizzarla.

Ritornando alla tua domanda, "penso che la costanza sia l'arma più potente per chi vuole sviluppare un progetto concreto", ti vorrei rispondere con la saggezza di
Lev Tolstojv il quale disse: "Senza fretta, ma senza tregua.”

 



c'è qualcosa che diamo per scontato e con il tempo abbiamo perso nel mondo della moda?



Cosa diamo per scontato? 

Nella moda si da tutto per scontato e non si da per scontato nulla.


Tutti possono disegnare vestiti, ma poche sono le Maison e gli stilisti capaci di influenzare la storia.


Questi Artisti sono capaci di cogliere i desideri di una società e di farla sognare attraverso le loro creazioni.

Una collezione non è solo l'insieme dei capi, ma bisogna dare molta importanza anche la cornice in cui è inserita.


La moda è vita quotidiana e come diceva mio nonno, sarto di scuola pugliese, il fascino nel cucire abiti, sta nel trasformare un disegno bidimensionale in un prodotto tridimensionale e il nostro estro è l'unico veicolo capace di compiere questo gesto. 


A mio parere, quindi per rispondere alla tua domanda, "c'è qualcosa che diamo per scontato e con il tempo abbiamo perso nel mondo della moda", 

non bisogna dare per scontato che quando disegniamo, stiamo creando prodotti che hanno il compito di parlare con le persone e farle pensare. 

É nostra responsabilità creare oggetti che siano attivi e capaci di interagire con la società.


Se mi chiedete una caratteristica del mio Modus Operandi per esempio, è  quella di non guardare le sfilate o le collezioni di altri Designer, ma non vi dico il motivo ve lo lascio intuire.




spesso seguire uno o più progetti può diventare parecchio stancante, tu come ricarichi le batterie? 

Non mi stanco mai di progetti belli, diciamo che sono una personalità che è dipendente dalla bellezza e che ha bisogno costantemente di "godere".
Con l'esperienza ho capito che se mi viene proposta una cosa, che sia un progetto o qualsiasi altra cosa, dopo averla analizzata, capisco che non  fa per me e quindi non mi porta beneficio emotivo, non la faccio. 
Come tutti, non mi piace "perdere" tempo, in quanto considero il Tempo l'unica costante in nostro possesso e sulla quale abbiamo libero arbitrio o meglio apparentemente, dedicarlo a fare cosa che non mi piacciono.

Quindi ritornando alla tua domanda: "spesso seguire uno o più progetti può diventare parecchio stancante, tu come ricarichi le batterie", non ho questo problema in quanto permetto  solo a cose che mi portano godimento spirituale, intellettuale e fisico di coinvolgermi.